In questo incontro si analizzano due modalità di trasformazione del linguaggio: nel primo intervento, Elly van Gelderen esplora il modo in cui i significati linguistici cambiano nel tempo seguendo un processo sistematico e unidirezionale. Ad esempio in lingue come l’inglese le forme negative deboli come "I didn’t do it" vengono via via sostituite da quelle più forti come "I never did". Mentre per la concezione comune questo tipo di alterazioni sono il sintomo della ‘decadenza’ di una lingua, la linguistica li vede come naturali effetti del processo di acquisizione del linguaggio, quello per cui i bambini rielaborano in modo più ‘economico’ l'input ricevuto; in altre parole, tali modifiche dovrebbero essere accolte più che temute. Il secondo intervento, di Judith Tonhauser, illustrerà il modo in cui i significati variano (o non variano) nelle varie lingue del mondo. In particolare, il discorso si concentrerà sui modi in cui l'inglese e il guaraní, una lingua parlata in Sud America, si differenziano nella localizzazione temporale di eventi. A differenza dell’inglese, il guaraní non segna il tempo sui verbi, ma fa un uso produttivo di marcatori temporali sui sostantivi, per esprimere significati simili ad esempio a "ex studente". Questo esempio illustra come significati analoghi possono essere veicolati da strumenti grammaticali anche molto diversi tra loro. Più in generale, rafforza l'idea che le indagini comparative dei diversi linguaggi ancora parlati sulla Terra siano fondamentali per approfondire la nostra conoscenza della lingua e dei cambiamenti ad essa associati.