Fondazione MUsica per Roma presenta
Xebeche
Il progetto di Dimitri Jourde “nasce dal desiderio di interrogarsi sul mondo che ci viene mostrato attraverso i media e i giornali, sui sentimenti che proviamo quando leggiamo informazioni che ci ripugnano, ci disgustano, ci scoraggiano e ci lasciano lì…impotenti e inutili. Mi chiudo in me stesso e mi esaurisco. Sono temi troppo grandi, troppo opprimenti per me, quindi mi concentro su me stesso, sul mio stato e sulla mia danza poiché ciò che mi preme e la mia vita sono qui… è difficile da spiegare…con le parole. Le parole di Xebeche, l’indiano di Dead Man, diventano mie, la sua voce, la sua storia e la sua spiritualità mi accompagnano e anch’io divento ‘colui che parla forte senza dire nulla’.
Ali
Ali è uno intenso duetto tra due straordinari acrobati, Mathurin Bolze e Hedi Thabet. Due corpi vestiti in modo identico: camicia bianca, pantaloni neri. Simili ma tuttavia diversi, uno ha due gambe, l'altro una sola, si soppesano, si trasportano a vicenda, fanno volar via le stampelle e iniziano a ballare e a fare acrobazie. Uno ha la potenza, l'altro la grazia. Ognuno ha bisogno dell'altro. La simbiosi funziona, intessuta com'è di violenza e poesia, tenerezza, allegria e tristezza. Ma soprattutto circo e danza. Bisogna lavorare col proprio corpo e soprattutto con quello dell'altro, ci dice ALI. Una superba definizione di aiuto reciproco, o forse, qualcosa più di questo, di amicizia.
Faun
Sidi Larbi Cherkaoui crea un duetto, sulla potenza della mitologia e sull’animalità dei movimenti umani. È la sua interpretazione dell'Après-midi d'un faune, la celebre coreografia di Nijinskij per i Balletti Russi. La musica originale di Claude Debussy è stata rielaborata dal musicista e compositore indiano-britannico Nitin Sawhney. In scena James O’Hara e Daisy Phillips due straordinari danzatori della Compagnia Eastman.