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Una produzione Fondazione Musica per Roma
Questa è l’arancia citata da Bertrand Russell in “Teoria della Conoscenza” che la immagina come la tipica “cosa” che, nel senso comune, è oggetto della conoscenza. Seguendo il filo logico della sua teoria Russell immagina che essa potrebbe essere completamente descritta e così se ne avrebbe una Conoscenza completa. In effetti questo è l’obiettivo teorico della Scienza ed in particolare, per il caso che mi interessa, della geometria che potrebbe descrivere completamente il frutto dal punto delle sue caratteristiche spaziali. Ma il problema che ci siamo posti è il seguente: il metodo scientifico/matematico fornisce gli strumenti adatti allo scienziato per la descrizione dell’Oggetto Esistente ma questi stessi strumenti in che misura posso essere utili al “creatore” (non so in che altro modo chiamarlo) che si trova a dover costruire un oggetto che non esiste e cioè un Oggetto Immaginario. Intendendo per Oggetto Immaginario non un oggetto fantastico ma un oggetto che preliminarmente non esiste ma che una volta realizzato potrebbe essere di uso comune come una lampada o una musica e quindi non solo geometrico, con la particolarità di essere costruito dall’uomo.
Cioè se immaginiamo un mondo in cui non esiste un’arancia e magari non esiste nessun oggetto predefinito, quale è la “matematica” che si possa applicare alla creazione. Riteniamo che la matematica scientifica non ha assolutamente nessuna utilità per il “creatore” se non quella di suggerire alcune forme predefinite. E d’altronde il processo logico che ci porta a dire ciò è piuttosto semplice: le leggi Galileiane della scienza non sono applicabili ad una “matematica” utile alla creazione. Nella migliore delle ipotesi è possibile “creare” fare una copia di una cosa già conosciuta. Queste considerazioni ci hanno portato ad analizzare il processo compositivo e ad ipotizzare una forma di aiuto alla composizione.