Belén Maya “Dibujos”

Domenica 16 Settembre 2007
h. 21:00
Belén Maya “Dibujos”

Fondazione Musica per Roma

Una delle più conosciute e sorprendenti danzatrici di flamenco spagnole, Belén Maya presenta, per la prima volta in Italia, Dibujos (Disegni).
La bailaora più originale dei nostri giorni porta al Festival del Flamenco il suo stile energico e sperimentale che fonde diversi linguaggi plastici come la danza contemporanea, le danze orientali, la boxing ma anche la parola o l’uso delle musiche poco convenzionali. “L’essenza della danza è l’espressione di forme nel tempo e nello spazio - un disegno, un dibujo che traccia la linea dettata dalla musica, seguendo ogni suo respiro, innamorandosi di ciascuna nota”. Dibujos nasce dalla composizione musicale, complice e profonda, di José Luis Rodriquez, musica, voce e danza si intrecciano nude in un’intimità. Belén Maya presenta in Dibujos una composizone di balli sviluppati nel corso della sua carriera artistica. Un insieme variopinto di movimenti tradizionali nei quali si fondono nuove creazioni.

“Non c’è danza migliore di quella che viene dall’amore più profondo, che nasce dalla quiete. E non c’è miglior modo di rendere omaggio a coloro che ci hanno preceduto che reinventare il loro ricordo. Belén Maya ne è consapevole, per questo la sua danza è puro presente, appassionata ed esatta traduzione di un sentimento esistito in uno spazio e in un tempo altro, che però rinasce in quest’istante come un tesoro per i nostri occhi e i nostri cuori. Maya sta ferma e lascia che la musica conduca il movimento, come un’ombra senza nessuno. Poi posa i propri passi nell’ombra delle impronte dei piedi, permettendo a se stessa di divenire la donna che le note musicali hanno creato. Belén Maya ha assimilato con la massima naturalezza differenti linguaggi perché non li ha ricercati, ma ha scelto di accogliere ciò che ha incontrato. Nella quiete, annota ogni passo della sua ombra, ogni movimento del suo cuore. L’ombra la guida, ama ogni nota della musica che danza ed è, d’un tratto antica e appena nata come il flamenco stesso.” David Montero