Fondazione Musica per Roma presenta una sua produzione in prima assoluta
Da Josquin Desprez fino a Luciano Berio la musica popolare ha sempre offerto alla sua “compagna sapiente”, la musica colta, una innumerevole quantità di spunti, materiali, echi e “ispirazioni”. La fertilità di questa prassi antica si rinnova nell’incontro tra i “maestri” dell’Orchestra Popolare Italiana di Ambrogio Sparagna (un coro perfettamente intonato di zampogne, ciaramelle, organetti, ghironde, mandoloncelli, chitarre battenti…) e tre compositori italiani che appartengono ad aree stilistiche e geografiche diversissime: Riccardo Vaglini, toscano, filtra attraverso la sua inquieta immaginazione sonora i canti di emigrazione dell’Appennino tosco-emiliano, Fabrizio de Rossi Re, romano, mette il suo esuberante “teatro del suono” al servizio della antica tradizione normanna del basso Lazio, Marco Betta siciliano, scioglie nella sua musica “assolata e luttuosa” i canti “arabi” dei carrettieri siciliani. Tre “prime assolute” affidate alle voci che nel panorama italiano si accordano con maggiore naturalezza ai timbri della tradizione popolare: tra gli altri Lucilla Galeazzi, i Fratelli Mancuso e il carrettiere Giovanni Di Salvo.
Programma (Prime esecuzioni assolute)
Marco Betta (Sicilia)
Vertitur interea caelum et ruit
oceano nox
Riccardo Vaglini (Toscana)
Due madri
Fabrizio De Rossi Re (Lazio)
Terror vocis due canti popolari agitati e disperati
Ambrogio Sparagna
Pizzichi d’Amore
Preludio al concerto: Untitled (sleeping) di Sarra Brill