Una produzione Fondazione Musica per Roma
“Mai come nella nostra post-modernità il sentimento del tempo è stato così complesso” ha detto Tabucchi in un’intervista rilasciata a “Le Figaro Littéraire”, in occasione dell’uscita in Francia di Il tempo invecchia in fretta. “C’è il cosiddetto ‘tempo reale’, c’è il tempo fisico formulato da Einstein e il tempo della coscienza caro a Bergson. Ma non bisogna dimenticare il tempo virtuale, quello dell’economia, in cui i contanti, gli assegni sono scomparsi, sostituiti dal viaggio-lampo della posta elettronica. Infine, il tempo della Storia, che fino a ieri era chiaramente definito, oggi è aggredito e parassitato da pseudostorici che rimettono in discussione gli eventi”. Tutta la narrativa di Antonio Tabucchi gioca sul Tempo, nel senso del ricordo che affiora, del passato che si confonde con il presente in un andirivieni continuo, irrequieto e magicamente risolto. Luoghi, percorsi e personaggi addensano in sé il tempo consumato, in cui si sono espressi malintesi, illusioni, coscienze, speranze, mistificazioni. Tutti motivi tessuti nell’ideale percorso del suo intervento dal titolo, oltremodo significativo, Controtempo: come la scrittura sente il Tempo.