Una produzione Fondazione Musica per Roma
in collaborazione con Centro per il Libro e la Lettura, Radio3
Aveva probabilmente ragione Calvino, quando nelle sue citatissime Lezioni Americane scriveva che “Forse, il primo libro è il solo che conta”, quello che non rischia di ripetersi e ha in se l’opportunità della promessa, dell’invenzione. Sia gli editori, che il mercato, questa regola sembrano averla presa molto sul serio, se è vero che mai come in questi anni abbiamo assistito a un vero e proprio fenomeno esordienti. Ma come si diventa scrittore? Cos’è che rende una persona che scrive, scrittore? E come nasce l’urgenza del raccontare, da dove viene una storia, qual è quella giusta, quella da scrivere per prima? Come si affronta il giudizio del pubblico, e come si concilia l’arte con il lavoro, l’ispirazione con il dovere? Queste sono solo le prime domande che si pone chi scrive il primo libro, e se, per esempio l’esordiente del momento, Alessandro D’Avenia, spera “di mantenere vivo lo spirito che ha generato il primo romanzo: ‘vedere’ e non ‘farsi vedere’”, Christian Frascella, che esce proprio in questi giorni con un nuovo romanzo, affronta la prova più temuta da uno scrittore: quella del secondo libro.