La musica inizia con un unico motivo ritmico, che successivamente si moltiplica e si dispiega in una ricca cornucopia di trame tra cui batteria, fiati, ottoni e voce. Reich qui intensifica la tecnica già utilizzata nella sua precedente composizione Piano Phase: attraverso lievi accelerazioni del tempo i musicisti spingono quasi impercettibilmente il loro unisono fuori dagli schemi, dando vita ad una raffica di canoni senza fine. Nella danza, la complessità coreografica è stata concepita in modo simile: una singola frase di movimento funge da base per un numero infinito di variazioni nel tempo e nello spazio. Quando la musica e i corpi si fermano, il pubblico comprende ciò a cui ha assistito: un’onda di pura danza e puro suono, un vortice di energia vitale.
La musica inizia con un unico motivo ritmico, che successivamente si moltiplica e si dispiega in una ricca cornucopia di trame tra cui batteria, fiati, ottoni e voce. Reich qui intensifica la tecnica già utilizzata nella sua precedente composizione Piano Phase: attraverso lievi accelerazioni del tempo i musicisti spingono quasi impercettibilmente il loro unisono fuori dagli schemi, dando vita ad una raffica di canoni senza fine. Nella danza, la complessità coreografica è stata concepita in modo simile: una singola frase di movimento funge da base per un numero infinito di variazioni nel tempo e nello spazio. Quando la musica e i corpi si fermano, il pubblico comprende ciò a cui ha assistito: un’onda di pura danza e puro suono, un vortice di energia vitale.